Si apre una nuova opportunità per i giovani laureati in Giurisprudenza. Al termine degli studi e conquistata la fatidica Laurea si ripropone puntualmente la non facile scelta fra gli sbocchi professionali che il titolo di studio prevede. La maggior parte dei neo Dottori persegue la strada dell’Avvocatura, sostenendo l’arduo esame di stato e sottoponendosi a anni, non sempre soddisfacenti, di praticantato. Esigua è la fascia dei giovani che persegue l’obbiettivo di entrare in Magistratura o nella ristretta cerchia del Notariato, soprattutto in ragione dei pochi posti di lavoro che tali carriere offrono.
Accade invece sempre più frequentemente che i nuovi Dottori cerchino sbocchi di lavoro in settori estranei all’ambito giuridico per tentare l’inserimento in altre realtà lavorative (concorsi pubblici, istituti finanziari e assicurativi, ecc.).
Da alcuni anni, tuttavia, si sta aprendo una nuova opportunità per i giovani Dottori in Legge. Con l’entrata in vigore del D.L. 4 marzo 2010 n. 28, convertito con modificazioni dalla Legge 2 agosto 2013 n. 98 si sta sempre imponendo con maggiore attenzione l’istituto della Mediazione Civile, che si affianca alla riforma del Processo Civile e al programma di digitalizzazione della Giustizia con l’obbiettivo di ridurre il flusso delle nuove cause ed offrendo ai cittadini uno strumento più semplice, veloce ed estremamente meno oneroso nella risoluzione delle controversie. Nella succitata Legge la Mediazione viene così definita: “Attività, comunque denominata, svolta da un terzo imparziale e finalizzata ad assistere due o più soggetti nella ricerca di un accordo amichevole per la composizione di una controversia, anche con formulazione di una proposta per la risoluzione della stessa”.
Risulta quindi fondamentale la figura ed il ruolo del Mediatore che deve essere un professionista con requisiti di onorabilità, competenza, terzietà e imparzialità il cui compito è quello di aiutare le parti in lite a trovare una soluzione soddisfacente nel contenzioso, portandole al raggiungimento di un accordo condiviso ed evitando quindi il ricorso al Giudice. Il verbale di risulta della mediazione riporta tale accordo e una volta che quest’ultimo è stato omologato dal Tribunale di competenza, acquisisce titolo esecutivo per l’esecuzione forzata, l’esecuzione per consegna o per rilascio e per l’iscrizione di ipoteca giudiziale.
Per ottenere il titolo di Mediatore, il neo Laureato dovrà seguire un corso di formazione, con conseguente esame finale, svolgere un tirocinio assistito o avere partecipato a 20 casi di mediazione presso gli Organismi di Mediazione o le Camere di Commercio accreditate presso il Ministero della Giustizia. Per poter esercitare come Mediatore dovrà poi iscriversi agli Organismi di Mediazione riconosciuti dal Ministero di giustizia.
Sergio Cau