LA GESTIONE DELLA MEDIAZIONE IN VIDEOCONFERENZA
Conosciamo tutti l’importanza che nella comunicazione assumono la gestualità e l’espressività soprattutto quando si ha l’obiettivo di risolvere le controversie tramite la mediazione, con lo scopo di eliminare gli elementi di conflitto dalle parti. Oggi, grazie all’evoluzione tecnologica siamo in grado di operare un uso molto diversificato dei vari strumenti a nostra disposizione e questi, allo stesso tempo, consentono agli individui di adottare nuove modalità di utilizzo. La mediazione attuata tramite la videoconferenza non rappresenta solo un metodo alternativo di risoluzione ma anche un modo per far risaltare determinati elementi delle persone coinvolte in base al restringimento del nostro campo visivo, che permette di focalizzare l’attenzione soltanto sui volti dei soggetti e allo stesso tempo annulla le distanze “spaziali” tra le parti conflittuali.
Come si sviluppa la procedura di mediazione telematica?
• Le parti che intendono avvalersi di tale procedura si rendono responsabili dell’idoneità della propria strumentazione sia sotto il profilo della sicurezza che dell’adeguatezza tecnica.
• L’utilizzo del servizio telematico può riguardare l’intero procedimento di mediazione o singole fasi anche quando c è solo una parte che partecipa all’incontro di mediazione telematico tramite Stanza di Mediazione online e l’altra parte partecipa fisicamente all’incontro, con la presenza del mediatore e presso gli uffici dell’Organismo.
• L’attivazione del servizio di mediazione in videoconferenza spetta all’Organismo di Mediazione in base alle circostanze del caso e alle possibilità organizzative.
Per quanto riguarda la riservatezza e la sicurezza delle comunicazioni la piattaforma prevede che l’accesso sia riservato solo agli utenti che presentano l’istanza di mediazione, alle parti che sono state chiamate in causa, al mediatore incaricato e all’eventuale funzionario della segreteria dell’ODM.
L’ODM inoltre non si può considerare responsabile qualora le parti consentano ad altri soggetti l’utilizzo delle proprie credenziali personali o quando soggetti terzi intercettino o accedano illegalmente ai dati privati o alle comunicazioni personali.
Due sono le sensazioni che possono provare i soggetti coinvolti nelle mediazioni in videoconferenza: il sentirsi “protetti” che deriva dalla non esposizione fisica all’atto oppure il sentirsi confusi e in imbarazzo sentendosi e vedendosi diversi tramite lo schermo con la possibile conseguenza di deconcentrarsi sulla mediazione.
La web cam quindi, è davvero in grado di modificare ed influenzare i nostri comportamenti durante la mediazione? Voi cosa ne pensate?